Quando pensiamo allo street food italiano, è inevitabile pensare all’Arancino, anche detto Arancina da molti. In ogni città, gastronomia, friggitoria, fiera campionaria o festa di paese, c’è sempre uno che cucina e vende Arancin. Quindi, perché vi ostinate a farli a casa vostra?
Sì, per quieto vivere, noi lo chiameremo “Arancin”. Non ci interessa veramente sapere se si chiama ArancinO o ArancinA e perché. Su internet non c’è abbastanza spazio per scrivere un articolo così lungo in favore di questo o quel nome e comunque la community di Cucinaremale non vuole dividere gli utenti con nomenclature, ma unirli nella tragedia. Soffriamo tutti assieme con gli esemplari forniteci dal popolo di Cucinaremale.
La ricetta chill (per il riso)

Friggere in casa è una seccatura. Schizzi e sporchi ovunque, rischi di bruciarti, la cucina puzza di officina e poi devi pulire ovunque, chiunque e qualunque cosa ci sia in casa. Più volte. Gli Arancin alle Terme di Antonella risolvono il problema dell’ordine in cucina ma non quelli delle aspettative degli ospiti. Invece di friggere le porzioni finite, buttale in brodo caldo. Il ripieno si rilasserà fino a prendere tutto lo spazio disponibile come fosse in una Spa. Potresti anche chiamarlo “riso in brodo”
Un buon Ragù ristretto

Il ragù è parte, assieme all’amido, del collante necessario per mantenere compatto l’Arancin. Il Ragù ristretto alla Tamara, oltre a donare al piatto un retrogusto di acciaieria a pieno regime, fa sì che i minerali di ferro di cui è infuso consentano di dare forma alle palline (o piramidi) grazie a un semplice magnetino da frigo. Per questo ragù è fondamentale un tegame in metallo ferromagnetico e una fiamma altissima per diverse ore.
La variante meno unta

La Livellata di Arancin alla Elena è una consapevole e scellerata scelta salutista. Guardate la friggitrice e ditele “no no: oggi facciamo tutto senz’olio che fa bene”, componete gli Arancin potenzialmente perfetti, poneteli ordinatamente in una teglia, fateli cuocere al forno e aspettate la magia. Complimenti, ora avete un ottima torta di riso al forno.
Morbido dentro, antiproiettile fuori

Avete problemi a mordere l’arancin senza sbrodolarvi addosso? La Premiata Officina Mirko vi propone i Garage Arancins: gli arancini strafritti nell’olio motore esausto. Dall’inconfondibile retrogusto di Parigi-Dakkar, vi basta tagliarli a metà, con fatica e un flessibile, e potrete gustare il ripieno con un cucchiaino direttamente dal guscio in pangrattato magmatico creatosi. Un altro modo scomodo per mangiare del buon riso!
Una perla di saggezza
Non possiamo salutarvi senza una perla di saggezza del Guru Emilia, che dopo aver quasi cavato un dente ai suoi discepoli per aver fatto un arancin troppo croccante (come da foto) e essersi trasferita per non dover pulire la cucina scrive: “Quando entrate in un bar che vende arancin, date una carezza al santo che le prepara e ditegli che è la carezza di Emilia. E se costa solo 1 euro, abbiate pietà di quel povero cuoco e dategliene invece 20.” E tenga il resto, buon uomo. Se lo merita.
Non sapremmo mai che c’è del peggio al nostro peggio senza le esperienze condivise dalla Community di Cucinaremale! E grazie ai loro sforzi che sopravvivono i locali che consegnano a domicilio!
Se anche voi volete fare outing e dire al mondo “Sì! Anche io sono un Cucinaremalista!” non vi resta che unirvi alla Community di Cucinaremale su Facebook e scuotere il mondo della gastronomia dalle fondamenta condividendo le vostre disgrazie in cucina!
I post originali:
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