Tutti noi abbiamo deluso qualcuno nella vita. Qualcuno ha sofferto per le nostre azioni. Quel qualcuno è il cuoco autore di una qualsiasi ricetta trovata su internet o in libreria. Anche chi ha fotografato quelle ricette ha pianto per i nostri peccati. Tantissimo. Marina, come tutti noi Cucinaremalisti, ha fatto del male a un pasticcere e al suo fotografo deludendo le aspettative. Antonella, sul gruppo Facebook, l’attacca. Le dà della “Tortapiattista!”. Giustamente, nessuno difende la povera Marina.

Ma il futuro è luminoso e ci darà (forse) un modo per redimerci!
Negli ultimi anni si è fatto un gran parlare di stampa tridimensionale: dal portachiavi alla casa prefabbricata, tutto sembra essere possibile con questa tecnologia. Anche il cibo! Già oggi, alcuni grandi chef impiegano delle stampanti 3d appositamente progettate per creare piccole guarnizioni, elementi di contorno o dolci con forme molto elaborate e ricercate.
Come funzionano queste diavolerie? Per farla breve, la macchina, partendo da un progetto tridimensionale, “disegna” strato per strato il cibo depositando gli ingredienti sul piatto attraverso un estrusore, una siringa da cucina (di quelle che quando cerchiamo di usarle facciamo tanto i cuochi esperti e poi, puntualmente, ci esplodono in mano).

Alcune startup europee stanno pensando a noi pigri o inadatti a sopravvivere: i loro progetti prevedono delle “cartucce” ricaricabili con diversi scompartimenti di dimensioni precalcolate in base a una determinata ricetta. Basterà, ad esempio, mettere in macchina tre capsule di “Amatriciana” ( e noi già vediamo Cucinaremalisti del futuro riempire lo scomparto “Guanciale” con Mortadella del discount N.D.R.) e aspettare il “DIN!” del timer. La necessità o meno di precuocere degli ingredienti, di infornare il piatto composto o compiere altre operazioni dipende dagli ingredienti usati.
Secondo noi, questa tecnologia ci darà tante soddisfazioni: Vediamo già Cucinaremalisti del prossimo futuro pubblicare post tipo: “Ho scaricato il file per la Meringa al Limone di Sicilia, ho avviato la stampante e ora vi presento il mio Vulcano Nero all’Aroma di Acciaieria. Non so se mi basta lo zucchero a velo che ho in casa…”
E voi cosa ne pensate? Avete già adocchiato qualche stampante per la vostra cucina o preferite fallire alla maniera tradizionale? Venite sul gruppo Facebook di Cucinaremale e diteci la vostra!
Il post originale: https://www.facebook.com/groups/cucinaremale/posts/2409919122500821/
https://www.facebook.com/groups/cucinaremale/posts/2112386345587435/